Opere pubbliche per 30 milioni di euro nel quadrante dell’VIII Municipio, la realizzazione da parte dei costruttori dei servizi pubblici previsti con un aumento di aree verdi e parcheggi pubblici, partecipazione sul territorio per decidere insieme alla città come investire le risorse recuperate dai curatori fallimentari.
L’Assemblea capitolina ha approvato la delibera – passata pochi giorni fa in Giunta – che contiene la nuova convenzione per la riqualificazione dell’area di piazza dei Navigatori e viale Giustiniano Imperatore.
Il nuovo accordo tra Roma Capitale e le società proponenti obbliga queste ultime al pagamento di oltre 16 milioni di euro, contestuale alla stipula, per le opere non realizzate entro i termini previsti dal primo atto di convenzione e ormai scaduti. Prevede quindi la realizzazione a carico dei costruttori delle opere previste (tra cui la viabilità interna ed esterna circostante) e il completamento di quelle già avviate. E include la realizzazione del comparto Z2, l’ultimo ancora da realizzare, nel cui progetto, oltre alle urbanizzazioni funzionali, è compreso un giardino attrezzato per il tempo libero dei bambini e la sostituzione del vecchio centro bocciofilo con una nuova struttura. Sarà inoltre avviato un processo di partecipazione per decidere insieme ai cittadini e al territorio come utilizzare le risorse recuperate.
“Si tratta di una storia molto complessa che ha avuto origine nel 1996 con la concessione di alcune aree per la realizzazione di opere pubbliche, poi formalizzata nel 2004, che ha però visto la mancata realizzazione dei servizi pubblici”, spiega l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. Ora “l’Amministrazione chiede che i curatori fallimentari corrispondano a Roma Capitale, al momento della stipula, l’importo di circa 16,8 milioni per questo. Un atto mai compiuto prima”.
“Una decisione, quella dell’Amministrazione capitolina, assunta in maniera responsabile e consapevole”, conclude la presidente della Commissione Urbanistica Donatella Iorio. “L’unica in grado di garantire alle casse di Roma Capitale introiti che altrimenti non sarebbero mai stati riscossi”.